La scomparsa del dott. Pier Vittorio Bovoli ci addolora.
Lo ricordiamo con alcune parole del Presidente Antonella Minnucci: “Lo conobbi alla fine degli anni ottanta. All’epoca mi avvicinavo al dispositivo dello Psicodramma freudiano. Nei lunghi anni di formazione, è sempre stato un collega attento e delicato.
Gentile, dialogante, interessato alle varie attività realizzate dall’Associazione Giovanni B. Roseo, a cui è stato iscritto per diversi anni e che ha sostenuto anche nel successivo passaggio ad Associazione “Compagnia S. Freud”.
Quando arriva la morte, le parole mancano sempre; le cerchiamo con attenzione e affetto solo quando, chi lascia la vita, è una persona con la quale abbiamo condiviso un’esperienza”
Per chi lo desidera è possibile, su prenotazione, pernottare e/o richiedere eventuale disponibilità per i pasti direttamente in struttura contattando Villa Borromeo – Casa per ferie alla mail: info@villaborromeopesaro.it oppure allo 0541391355.
Il convegno nasce come iniziativa centrale all’interno del progetto Erasmus+ “Accoglienze: intervento sociale, marginalità, relazioni”.
L’obiettivo del convegno è esplorare gli effetti nel sociale dell’intervento clinico, rivolto a popolazioni fragili, mettendo in luce i benefici in termini preventivi e di cura.
La finalità è quella di uscire dalla logica di considerare l’intervento sociale principalmente pedagogico, evidenziando l’efficacia di un intervento orientato dalla clinica.
Le giornate di studio si avvarranno dello psicodramma freudiano come dispositivo per l’attivazione delle conoscenze ed esperienze pregresse per favorire un ascolto alle tematiche teoriche più avvertito, presente e coinvolto; favorendo una cristallizzazione delle conoscenze apprese nell’esperienza pratica con lo psicodramma.
Le giornate sono rivolte a psicologi, insegnanti, assistenti sociali, educatori, operatori sociali e medici e sono accreditate al sistema ECM.
Porgiamo un ultimo saluto al dottor Orfeo Verdicchio, psicoanalista e psicodrammatista; ha sempre creduto nella scoperta freudiana dell’inconscio e nelle sue varie attività, non solo quella libero professionale ma anche nel rapporto con le istituzioni, ha sempre avuto il coraggio di inventare una proposta per i suoi ragazzi mantenendo sempre vitali la sua etica e il suo interesse per l’inconscio e per il soggetto, uno per uno.
Lo ricordiamo attraverso le sue parole, tratte dal libro “Lo psicodramma freudiano. Una pratica originale per il trattamento del conflitto psichico”
Nelle recenti giornate di studio di Strasburgo, con la formazione di dieci psicodrammatisti italiani, si è avviato il progetto Erasmus plus, che l’Associazione Compagnia S. Freud di Pesaro, ha vinto per l’anno 2023. Si tratta di un progetto che, partendo dalla formazione si fonda sulla duttilità del Dispositivo dello Psicodramma di sostenere chi lavora con le marginalità; in particolare con questo progetto ci si è interrogati sulla possibilità di accogliere i soggetti che presentano i più vari ostacoli sociali (detenuti / ex detenuti, disabilità, famiglie problematiche, immigranti ecc…),
Lettera della SEPT N°13 maggio 2023 p 1
Il primo obbiettivi del progetto, era quello di aumentare le competenze dello staff, creando forti e duraturi legami con la SEPT, per poter impegnarsi, ed è qui il secondo obbiettivo, alla progettazione di percorsi rivolti all’accoglienza e sostegno delle marginalità, prevedendo l’utilizzo dello Psicodramma. Il tutto si concluderà a Pesaro con due giornate di studio il 24-25 novembre, in cui è prevista la presenza di M.N. Gaudé ed I. Andreu dalla SEPT.
La vera novità è nel fatto che si tratti di un progetto, in quanto interamente finanziato, riconosciuto nella Comunità Europea, che ne convalida la fiducia sul Dispositivo Psicodrammatico stesso. Forse per tutti noi, che crediamo nel valore dello psicodramma, si tratta di ben poca cosa, ma pensando che questo riconoscimento di qualità verrà diffuso in tutta la Comunità, ci è parso un ulteriore valore da aggiungersi alla già importante possibilità che la vincita di un progetto porta con sé.
Un ultimo pensiero e ringraziamento, va all’Unione Europea, che ci mette a disposizione queste opportunità, di cui troppo spesso non teniamo in debita considerazione, si tratta di finanziamenti importanti, che valorizzano ed approfondiscono la nostra preparazione professionale, aprendola ad un confronto internazionale.
Sono, all’inizio dell’anno, a presentarvi le iniziative che nel corso del 2023 ci vedranno particolarmente impegnati e nel confronto delle quali, cercheremo di concentrare i nostri sforzi:
Vi ricordo innanzitutto il primo appuntamento pubblico dell’Associazione che si terrà sabato 4 febbraio dalle ore 15:00, a Pesaro, presso la biblioteca L. Braille; in questa occasione si presenterà il libro di Antonia Guarini “Riprendendo il filo del rocchetto. Lo psicodramma analitico nella teoria e nella clinica contemporanea”, al quale faranno seguito, gruppi di sensibilizzazione e supervisione rivolti, in particolare, ad educatori.
Un secondo impegno, di cui siamo ancora in attesa di valutazione, potrebbe essere il progetto Erasmus Plus. Questa iniziativa ci vede al lavoro dallo scorso anno per la preparazione di una collaborazione attiva con la SEPT di Parigi, e che potrebbe prevedere la presenza di 10 partecipanti che potranno fruire di una formazione teorico pratica a Strasburgo. Ma non voglio dilungarmi troppo, segnalo solo questi elementi perché ciascuno di voi possa pensare ad una possibile partecipazione, qualora fosse approvato.
Attualmente siamo al lavoro per concludere l’iscrizione al registro delle associazioni accreditate alla formazione della regione Marche, mentre si è conclusa positivamente l’iscrizione al RUNT – Registro Unico Nazionale. Si tratta di procedure particolarmente impegnative, alle quali purtroppo, non riusciamo a dedicare molto tempo, ma che abbiamo ritenuto e condiviso in diverse assemblee, essere passaggi importanti al fine di avere le condizioni favorevoli per iniziative formative e divulgative che possano far conoscere in diversi ambiti il lavoro psicoanalitico e soprattutto il dispositivo dello psicodramma freudiano.
Ricordo, tra gli altri impegni istituzionali, l’assemblea generale prevista per domenica 26 febbraio 2023, nella quale sarà possibile rinnovare la propria iscrizione.
Sono allora a rinnovare gli auguri di un nuovo proficuo anno di lavoro, ricordando a tutti gli iscritti/e che è la nostra presenza attiva a sostenere la vita dell’Associazione.
Ringrazio tutti/e per il lavoro svolto, e ricordo come sia importante la presenza alle iniziative previste.
Nelle recenti giornate di studio di Strasburgo, con la formazione di dieci psicodrammatisti italiani, si è avviato il progetto Erasmus plus, che l’Associazione Compagnia S. Freud di Pesaro, ha vinto per l’anno 2023. Si tratta di un progetto che, partendo dalla formazione si fonda sulla duttilità del Dispositivo dello Psicodramma di sostenere chi lavora con le marginalità; in particolare con questo progetto ci si è interrogati sulla possibilità di accogliere i soggetti che presentano i più vari ostacoli sociali (detenuti / ex detenuti, disabilità, famiglie problematiche, immigranti ecc…), le diverse marginalità, come singolarità.
Il primo obbiettivi del progetto, era quello di aumentare le competenze dello staff, creando forti e duraturi legami con la SEPT, per poter impegnarsi, ed è qui il secondo obbiettivo, alla progettazione di percorsi rivolti all’accoglienza e sostegno delle marginalità, prevedendo l’utilizzo dello Psicodramma. Il tutto si concluderà a Pesaro con due giornate di studio il 24-25 novembre, in cui è prevista la presenza di M.N. Gaudé ed I. Andreu dalla SEPT.
La vera novità è nel fatto che si tratti di un progetto, in quanto interamente finanziato, riconosciuto nella Comunità Europea, che ne convalida la fiducia sul Dispositivo Psicodrammatico stesso. Forse per tutti noi, che crediamo nel valore dello psicodramma, si tratta di ben poca cosa, ma pensando che questo riconoscimento di qualità verrà diffuso in tutta la Comunità, ci è parso un ulteriore valore da aggiungersi alla già importante possibilità che la vincita di un progetto porta con sé.
Un ultimo pensiero e ringraziamento, va all’Unione Europea, che ci mette a disposizione queste opportunità, di cui troppo spesso non teniamo in debita considerazione, si tratta di finanziamenti importanti, che valorizzano ed approfondiscono la nostra preparazione professionale, aprendola ad un confronto internazionale.
Come ci ricorda G. Tonelli, lo possiamo definire così, perché è uno strumento malleabile, come “…. alcuni metalli che possono essere lavorati sino a ridursi a filamenti o lamine sottili, ma in senso figurato riferiti a persone, duttilità significa adattabile nei limiti della dignità e ragionevolezza ….” (in Lo psicodramma)
La scelta di questo tema è stata fatta nella direzione di un confronto rispetto alla pratica dello psicodramma che in questi due lunghi anni ci ha visti distanti a seguito dell’emergenza sanitaria e della pandemia, ed in particolare ricordiamo anche che ancor più isolati sono stati i giovani psicodrammatisti che si sono formati a suo tempo al Centro P. Lemoine di Palermo, Macerata e Pesaro e che hanno mantenuto fortissimo il loro desiderio di operare con lo psicodramma.
Pensare di rivederci per confrontarci su quelli che cono stati i progetti avviati a partire dal proprio desiderio e della personale capacità inventiva, ci è parso un buon inizio per stimolare ed incoraggiare una ripartenza post pandemia e sostenere in maniera progettuale chi crede ed ha creduto in questo dispositivo.
L’organizzazione della giornata vedrà allora tre tavole rotonde nella mattinata a partire dalle ore 9:
la prima più prettamente dedicata alle applicazioni nella pratica clinica; con una attenzione particolare sull’avviamento di gruppi terapeutici in ambito istituzionale e privato e sulle pratiche correlate a questa prassi.
la seconda che avrà per oggetto le applicazioni dello psicodramma alle tematiche della formazione; quindi, utilizzabilità dello psicodramma negli ambiti formativi e istituzionali, (sanitario, scolastico e produttivo, ecc.). Come e se questo si concilia con la nostra pratica e quali sono stati i progetti presentati presso gli enti competenti.
la terza che approfondirà l’applicabilità dello psicodramma, con una attenzione alla sensibilizzazione e agli interventi nel sociale. Porremo al centro il non sempre facile rapporto con la formazione in abito istituzionale, come e se questo si concilia con la nostra pratica e quali sono stati i progetti già presentati dai nostri psicodrammatisti.
Al termine della mattinata di lavoro prima della pausa pranzo alle 13,30, vorremmo lasciare uno spazio per riprendere il confronto sul tema della possibile costituzione di un rapporto più “istituzionale” tra gli psicodrammatisti italiani, tra di loro e con la SEPT.
Alle 14,30 i lavori riprenderanno con la possibilità di partecipare a dei gruppi di Psicodramma di Secondo livello e o di Supervisione che saranno particolarmente rivolti a chi si è formato con la SEPT.
Sono previsti anche gruppi di psicodramma di sensibilizzazione per chi vuole avvicinarsi a questa pratica. Naturalmente al fine di poter organizzare i lavori è necessario inviare domanda scritta ai seguenti indirizzi:
Cinzia ci ha lasciati. Dopo una malattia che da tempo l’aveva colpita, privandoci dell’incontro in presenza, negli ultimi giorni la situazione è precipitata. L’eco di questo evento si è diffusa rapidamente tra le persone che l’hanno potuta incontrare, che hanno potuto fare con lei una parte del loro cammino nell’esperienza lavorativa-associativa apprezzando il suo tratto unico, il suo modo singolarissimo di fare posto all’altro, di accoglierlo come soggetto.
Questo suo stile l’ha portata ad essere riconosciuta e stimata sia nella sua pratica lavorativa che nel privato. I lunghi anni di lavoro in cui abbiamo condiviso la pratica dello psicodramma, e che ci hanno portato in situazioni non sempre facili, sono stati sempre accompagnati dalla carezza del suo sorriso e resi più leggeri dalle sue parole di aiuto e conforto sempre presenti.
Anche gli amici della SEPT di Parigi la ricordano con affetto e si uniscono al cordoglio per la sua perdita.
Cinzia è sempre stata dal lato dello scarto fecondo, dal lato della posizione dell’analista come incarnazione dell’oggetto causa di desiderio. Questa radicalità le era straordinariamente congeniale ed i suoi effetti si sono irradiati in coloro che si sono confrontati con lei, o che più semplicemente l’hanno potuta incontrare, rimanendo colpiti da questo suo stile così prossimo all’atto analitico.
E’ stato toccante vedere i tanti messaggi di cordoglio arrivati appena si è diffusa la notizia della sua scomparsa. E’ questa l’eredità inestimabile che Cinzia lascia alla nostra Associazione: quest’atmosfera unica che ha saputo creare e coltivare nel tempo trasmettendola a tutti noi. Atmosfera che è contagiosa nella buona maniera, che si trasmette, che lascia il segno e porterà sempre il ricordo di Cinzia.
Per l’amicizia e l’insegnamento che ho avuto l’onore di ricevere e condividere con lei, e a nome dell’Associazione che qui rappresento, porto a Cinzia l’estremo saluto, e alla sua famiglia e a tutti i colleghi e persone che la hanno amata e la amano il mio più sentito abbraccio.
Il Presidente Antonella Minnucci e tutti i soci dell’Associazione Roseo
Psicodramma freudiano come strumento di ri-socializzazione per i ragazzi
Le particolari e necessarie contingenze restrittive attuate in tempo di pandemia hanno procurato nei ragazzi, in modo ormai evidente ed innegabile, situazioni di disagio psicologico e sociale.
Il momento della scuola e del contatto con i compagni di classe rappresenta una delle esperienze che definiscono un adolescente dal punto di vista dell’identità sociale.
Il distanziamento e la prolungata mancanza di contatto fisico con gli amici e con il luogo fisico della classe hanno portato i ragazzi a sentirsi isolati, demotivati, ansiosi, depressi; spesso essi cercano di sconfiggere la noia e la mancanza di relazioni sociali rifugiandosi dietro a uno schermo accentuando così sempre di più il proprio ritiro dal vivere sociale, fino a giungere a veri e propri fenomeni di isolamento, ad atti di ritiro sociale, rifiuto ad uscire per incontrare i pari, appiattimento affettivo.
La pandemia ha generato un trauma individuale e collettivo incalcolabile, ha distrutto i riferimenti a cui i ragazzi tendono: il tempo, lo spazio, la routine quotidiana. Si osservano come conseguenze disagio disorientante, angoscia di intrusione e di morte, e per alcuni anche induzione di comportamenti di difesa e protezione dall’altro che personifica il male.
Il protrarsi della DAD ha anche provocato disinteresse e portato sovraccarico emotivo, malinconia, stress, noia, disturbi d’ansia, comportamenti autolesivi, abbandono scolastico, aumento dell’ideazione suicidaria e passaggi all’atto.
È essenziale a questo punto promuovere un lavoro psicologico che miri alla reintroduzione della presenza fisica perchè l’educazione passa attraverso l’esistenza di un altro. È mancata la funzione fondamentale dell’interazione in classe e dell’insegnante che con la sua presenza trasmettesse un sapere vivo innescando un trasporto libidico, un transfert, una capacità di appassionare e di suscitare un desiderio di sapere che non si limitasse all’inserimento di informazioni ma che fosse capace di aprire vuoti. E il desiderio, dice Lacan, nasce sempre dal desiderio dell’altro.
I ragazzi hanno un vitale bisogno di legami per crescere, di essere riconosciuti dallo sguardo e dalla presenza dell’altro; privati della relazione è mancato loro un rispecchiamento emotivo poiché è nel “corpo a corpo” con l’altro che il soggetto coglie la sua posizione.
In Psicologia delle masse e analisi dell’Io Freud scrive: “Nella vita psichica del singolo l’altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto in quest’accezione più ampia ma indiscutibilmente legittima, la psicologia individuale è al tempo stesso, fin dall’inizio, psicologia sociale. Il rapporto che il singolo istituisce con i suoi genitori e fratelli, con il suo oggetto d’amore, con il suo maestro e con il suo medico, ossia tutte le relazioni divenute oggetto precipuo della ricerca psicoanalitica, possono venire legittimamente considerate alla stregua di fenomeni sociali”.
I ragazzi hanno dunque bisogno di un corpo, di una vicinanza, anche da rifiutare per separarsene; la mancanza di questa vicinanza ha creato un disorientamento simbolico.
È ora necessario intervenire con progetti di ri-socializzazione che possano reintrodurli all’abitudine della presenza che hanno smarrito, così come sono stati smarrite, congelate, alcune delle loro competenze sociali e relazionali.
Perchè lo psicodramma a scuola?
Lo Psicodramma è un dispositivo che si svolge in gruppo ed utilizza il “Gioco”, la rappresentazione, oltre che la parola, come elemento specifico di lavoro. La sua finalità è quella di mettere in luce i meccanismi che, all’interno delle relazioni, creano difficoltà nella comunicazione e rendono più difficoltoso lo svolgimento del proprio compito.
Ognuno può portare alla discussione comune una situazione particolarmente significativa su problemi di apprendimento e/o comportamento rilevati.
Lo psicodrammatista non si pone come colui che spiega, che assume la posizione dell’esperto o di colui che sa “come si fa”, come può fare il medico che rintraccia le cause delle patologie e porta la soluzione a problemi.
L’azione prende l’avvio da un ascolto che sollecita il soggetto a porsi degli interrogativi, ad aprire nuovi scenari e nuove possibilità, affinché si rimetta in moto il desiderio.
La caratteristica del “gioco psicodrammatico” consiste nel fatto che la rappresentazione (sotto forma di gioco, appunto) degli eventi vissuti, permette di evidenziare degli scarti, delle differenze rispetto all’evento reale. La valorizzazione di queste differenze apre nuove prospettive di interpretazione e di lettura su quanto accaduto. Lo psicodramma si pone come un dispositivo molto felice per cogliere le dinamiche interne fra pulsioni, desideri ed emozioni.
Agli studenti:
– consente di giocare a “mettere in scena” le situazioni di conflitto, in un momento della loro vita in cui le parole non possono ancora tradurre adeguatamente il mondo interiore;
– permette di prendere distanza dalle proprie emozioni e di mettervi ordine;
– attraverso l’immedesimazione e l’identificazione in ruoli diversi, favorisce un graduale decentramento e un’apertura ai processi di apprendimento.
Agli insegnanti:
– consente un ascolto più attento attraverso le risorse di lettura e di intervento messe in opera inconsapevolmente;
– permette di far emergere i meccanismi che, all’interno delle relazioni, producono difficoltà nella comunicazione e nello scambio;
– facilita il rapporto con le famiglie;
– suggerisce come affrontare l’impasse incontrata, quali strategie mettere in atto sul piano didattico ed educativo.
Ai genitori:
-permette una riflessione ed un confronto sulle difficoltà incontrate nel rapporto con i figli;
-permette di comprendere, attraverso il cambio di posto, la posizione dell’altro, per trovare nuovi accordi;
-consente di chiarire il valore del proprio apporto nella relazione con l’adolescente.
Carissimi, l’Italia è sottoposta a ordinanze, via via più restrittive, per contenere il contagio e la diffusione del #coronavirus. Molti di noi vivono e lavorano in zone in cui è pressoché impossibile muoversi ed è difficile o impedito il riunirsi anche in piccole comunità. Come Associazione Giovanni B. Roseo ci siamo mobilitati per cercare nuove forme per potere ribadire la nostra disponibilità ad ascoltare sia semplici cittadini che operatori particolarmente esposti a situazioni contingenti e stressanti. A tale fine segnaliamo i nominativi dei nostri soci (psicologi e psicoterapeuti) e le rispettive fasce orarie durante le quali potrete contattarli telefonicamente.
Antonella Minnucci 347 2373910 – da lunedì a domenica 9:00-12:00 Oriana Ermeti 347 3185167 – da lunedì a sabato 10:00-12:00 – mercoledì 17:00-19:00 Silvia Tonelli 338 3099148 – martedì -giovedì -sabato 10:00-12:00 – venerdì 14:00 – 17:00 Cinzia Picciafuoco 340 9023728 – mercoledì 10:00-12:00 – venerdì e sabato 17:00-19:30 Laura Neri 333 5769885 – giovedì 10:00-12:00 Mariella Cavicchioli 339 8257190 – giovedì 16:00-18:00 Lorena Echino 339 1488487 – giovedì 17:00-19:00 Alice Pari 328 2427766 – venerdì 10:00-12:00 Andrea De Leo 347 2479206 – venerdì e sabato 17:00-19:00
In questo convegno si lascerà sullo sfondo la parola dignità in senso astratto per mettere in primo piano i sostantivi degno e non degno. Freud ha considerato persone degne i suoi pazienti ed ha riconosciuto che è la psicopatologia a rendere indegni gli uomini. Freud suppose che ogni essere umano fosse potenzialmente in grado di acquisire o ri-acquisire le risorse per dare una direzione alla sua vita; vedremo come e tale direzione comporta sempre l’assunzione della responsabilità di fare una scelta.
La soggettività della nostra
epoca è fondata sull’imperativo superegoico “devi godere della vita!” Tutto è
messo in atto affinché l’essere umano si adegui sino a condizionarsi ad un
mondo in cui bisogna consumare i sempre nuovi bisogni inventati senza
tregua. Quello che prima era stato un
corpo produttivo viene ora incitato al consumo, inoltre non sa cosa farsene di
soggetti che valorizzano la propria singolarità, si preferisce un soggetto che
fluttui tra identità sempre nuove.
La psicanalisi ha al contrario
come obbiettivo la riappropriazione da parte del soggetto della sua libertà
fuori dagli schemi identificativi precostituiti; la struttura del collettivo è
ora senza dubbio molto diversa da quella che aveva incontrato Freud: il legame
non si istituisce sul versante dell’amore ideale o verso l’altro, ma verso la
condivisione di oggetti di godimento.
Ci si domanda se la psicanalisi,
che è stata inventata per rispondere ad un disagio nella civiltà, di un
soggetto inserito nella società, sia ancora in grado di rispondere al malessere
sempre più diffuso del vivere quotidiano; un vivere che è sempre più immerso
nella realtà virtuale di Internet dove si passa velocemente da una identità ad
un’altra e la realtà al di qua dello schermo diventa una sola delle possibili
realtà …
Non si tratta semplicemente di
disturbi patologici della identità, la comunicazione diffusa tramite internet
getta una luce nuova sulla condizione stessa della identità individuale. In
fondo non fa che confermare quello che lo stesso Freud aveva scoperto a
proposito dell’Io:
esso non è altro che un
ricettacolo di identificazioni, una funzione di misconoscimento.